Il ministero alla Salute chiede alle Regioni di allertare le Asl individuando le risorse necessarie a fare tamponi e vaccini contro il Covid e anche contro altre malattie ai profughi che entrano e entreranno dall’Ucraina nel nostro Paese. Le disposizioni sono in una circolare inviata alle amministrazioni locali. “Si richiama l’attenzione in particolare alla precoce identificazione delle persone con esigenze particolari e specifiche vulnerabilità, si pensa ad esempio ai minori stranieri non accompagnati, alle donne in stato di gravidanza, ai nuclei familiari monoparentali”, si specifica nel testo. Si parte dal presupposto che l’Ucraina è un Paese dove l’adesione alle vaccinazioni è bassissima. Solo il 35% dei cittadini hanno completato quella anti Covid.
Tampone entro 48 ore
Chi entra dal Paese sotto attacco della Russia difficilmente ha il Plf, cioè il Passanger locator form che va compilato prima di passare la frontiera. La circolare prevede a che chi ne è sprovvisto e non ha nemmeno la certificazione verde europea le Asl facciano “il test diagnostico nelle 48 ore dall’ingresso, laddove non avvenuto al momento dell’entrata nei confini Nazionali”. E coloro che risultano positivi o sono contatti “andranno gestiti secondo la normativa vigente adottando le misure di profilassi e tracciamento più idonee”.
Il vaccino anti Covid
Buona parte delle persone che stanno arrivando in Italia non sono vaccinate contro il Covid. Così il ministero ministero raccomanda alle Regioni di offrire le somministrazioni “a tutti i soggetti a partire dai 5 anni di età che dichiarano di non essere vaccinati o non sono in possesso di documentazione attestante la vaccinazione, comprensiva della dose di richiamo (booster) per i soggetti a partire dai 12 anni di età. L’effettuazione della vaccinazione andrà regolarmente registrata a sistema assegnando ai richiedenti un codice Stp” Si tratta del codice previsto dalle Asl per curare gli “stranieri temporaneamente presenti” in Italia.