Una tecnica basata sull’analisi del sangue riconosce cinque forme di tumore comuni con un anticipo di quattro anni rispetto alle tecniche tradizionali. Lo indica un’ultima ricerca internazionale pubblicata su Nature Communications e coordinata dall’Università della California a San Diego. La tecnica, chiamata PanSeer, riconosce precocemente nel 91% dei casi, i tumori di stomaco, esofago, colon retto, polmoni e fegato in persone senza sintomi, e in futuro potrebbe entrare nella routine delle analisi di controllo.
Nello studio Taizhou longitudinal study (Tzl), sono stati conservati campioni di plasma dal 2007 al 2014 di 123.115 soggetti sani di età compresa tra 25 e 90 poi monitorati per l’insorgenza del cancro. L’impiego del test PanSeer, un esame del sangue non invasivo basato sulla metilazione del Dna tumorale circolante, su campioni di plasma di 605 individui asintomatici, ha rilevato che 191 di questi hanno poi avuto entro quattro anni dalla prelievo di sangue una diagnosi di cancro allo stomaco, all’esofago, al colon-retto, al polmone o al fegato . I ricercatori hanno analizzato anche campioni di plasma di altri 223 pazienti affetti da cancro, oltre a 200 tumori primari e tessuti normali.
I risultati preliminari mostrano che PanSeer rileva cinque tipi comuni di cancro nell’88% dei pazienti post-diagnosi con una specificità del 96%. E dimostrano anche che PanSeer rileva il cancro nel 95% di individui asintomatici a cui poi è stata fatta una diagnosi di cancro.
Anche se sono necessari futuri studi longitudinali per confermare questi risultati, la ricerca dimostra che il cancro può essere rilevato in modo non invasivo fino a quattro anni prima.
La notizia è l’ultima di una serie di indagini che negli ultimi anni ha avuto come oggetto di studio la cosiddetta biopsia liquida, ovvero una metodica altamente sensibile (basata su un semplice prelievo di sangue periferico) per l’isolamento e l’analisi del Dna libero circolante, che può contenere anche il Dna tumorale circolante e le cellule tumorali circolanti (Ctc).
I tumori solidi sono prevalentemente asintomatici e clinicamente non rilevabili fino alla loro vascolarizzazione e fino a quando non raggiungono una massa considerevole (normalmente 1-2 cm in diametro). C’è quindi urgente bisogno di migliori strumenti diagnostici per il cancro. Troppo spesso, gli operatori sanitari possono fare una diagnosi solo dopo che i sintomi si sono sviluppati – a quel punto potrebbe essere troppo tardi l’intervento terapeutico.
Negli ultimi anni sono diversi i team di ricerca che si sono concentrati sulla biopsia liquida. Nel 2018 i ricercatori di Johns Hopkins hanno sviluppato un esame del sangue unico e non invasivo che rileva proteine e mutazioni genetiche di otto tumori comuni. Il test, chiamato CancerSeek, controlla i tumori che rappresentano oltre il 60% dei decessi per cancro negli Stati Uniti.
Pubblicato sulla rivista Science, la ricerca ha studiato campioni di sangue di oltre 1.000 pazienti con tumori non metastatici, da stadio I a III di ovaio, fegato, stomaco, pancreas, esofago, colon-retto, polmone e seno. La sensibilità globale mediana, o la capacità di scovare il cancro, era del 70% e variava da un massimo del 98% per il carcinoma ovarico a un minimo del 33% per il carcinoma mammario.Per i cinque tumori che non hanno test di screening – tumori alle ovaie, al fegato, allo stomaco, al pancreas e all’esofago – la sensibilità variava dal 69% al 98%. Il test è stato eseguito su 812 persone sane e ha prodotto solo sette risultati falsi positivi.
Ad aprile di quest’anno anche una collaborazione tra ricercatori americani e del Regno Unito hanno sviluppato un test che addirittura è in grado di rilevare oltre 50 diversi tipi di cancro, in molti casi prima che si sviluppino segni o sintomi clinici,e hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista Annals of Oncology. Il test funziona utilizzando un tipo di Dna rilasciato dalle cellule tumorali. Questo si riversa nel sangue, dove è noto come Dna privo di cellula (cfDNA). Tuttavia, può essere difficile identificare il cfDNA specifico del tumore, poiché molte altre cellule rilasciano Dna nel sangue.
Questo test invece rileva il Dna che proviene specificamente dalle cellule tumorali mediante l’aggiunta di una sostanza chimica (gruppo metilico), che è associata alla crescita del tumore.Dopo aver isolato il cfDNA dal campione di sangue e averlo sequenziato per trovare le parti metilate, gli operatori sanitari possono inserire i risultati in un computer in grado di riconoscere il Dna derivante da cellule cancerose o non cancerose e quindi prevedere se la persona ha il cancro e anche di che tipo potrebbe essere.
Lo studio ha testato il sangue di oltre 4.000 persone, circa la metà delle quali aveva il cancro (i ricercatori hanno incluso oltre 50 tipi di cancro nello studio). Il test è stato accurato nel 93% dei campioni e ha potuto prevedere con precisione il punto in cui il cancro si era sviluppato per la prima volta nel 96% dei campioni.
Il tasso di falsi positivi è stato solo dello 0,7%, il che significa che meno dell’1% delle persone avrebbe avuto una diagnosi imprecisa usando questo test.